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ANAMNESIA

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La ezine "Anamnesia" indaga, fotograficamente, il tema del ricordo attraverso foto realizzate ricorrendo a una fotocamera per bambini a bassissima risoluzione (0,5 megapixel effettivi), e dunque piene di artefatti jpeg, evidenziati poi in modo parossistico con diversi passaggi di Maschera di Contrasto e con un'esasperazione dei cromatismi grazie al comando Saturazione. 

Si tratta, da un certo punto di vista, di un richiamo agli inizi del digitale, specialmente dei fotofonini, quando la scarsa qualità delle foto (1-2 megapixel) spingeva gli utenti ad aggiungere nitidezza e saturazione. Ma è anche un modo per sottolineare come i ricordi siano poco definiti, imprecisi e poco aderenti alla realtà. Tali ricordi sono semplificati, con dettagli che si aggrumano, esattamente come nelle foto jpeg, perciò si può dire che l’aggiungere la maschera di contrasto a questo tipo di foto è un’operazione simile a quella che si fa mentalmente per cercare di recuperare appunto i dettagli del ricordo, spesso ottenendo comunque dei ricordi degradati e imprecisi. Infatti non si aggiungono davvero dettagli, semplicemente si esaltano quelli già comunque presenti.

Insomma l’operazione fotografica mima quella mentale.

Guardando le foto da vicino sono solo quadratini colorati e occorre allontanarsi un po’ per capire cosa si stia guardando, e questa è la condizione di ognuno rispetto alle cose che ci sono capitate, alle giornate trascorse piacevolmente o nel dolore, agli incontri fatti. La nostra vita è sempre “pixellata”, non riconocibile se non per sommi capi. Il gesto di allontanarsi per rendere più comprensibile l’immagine ricorda il gesto di “mettere le cose in prospettiva” e accettare che quel che ricordiamo è solo una minima parte di quanto realmente vissuto.

Il mio passato non è particolarmente “eroico” o diverso da quello di milioni di altre persone, ma è in questo che credo sia interessante: è come la vita di ciascuno, fatta di cose semplici, in cui gli eventi eccezionali – che pure sono quelli che “focalizziamo” meglio anche perché spesso ne abbiamo delle fotografie o dei video – in verità non sono davvero i più importanti, o quelli più significativi dal punto di vista temporale. Di fronte ad anni interi di vita normale, una settimana in vacanza o un matrimonio, che cosa sono? Nulla, o poco più.

La modalità di ripresa e rappresentazione si accorderebbe bene con l’idea del ricordo, della incapacità a volte di vivere intensamente e in modo proficuo le nostre giornate, della nostra disperata ricerca di un senso che arriva troppo tardi, quando magari solo un'ultimo respiro ci chiarisce il mistero. Il racconto parla di questo, in fondo: di come non sappiamo approfittare delle occasioni per crescere ed imparare, di come non vediamo quanto la vita faccia per indicarci una strada che possa portarci lontano mentre noi scrutiamo l'orizzonte, senza deciderci a seguirla.

Per questo le foto indagano il tema dal mio personale punto di vista (ovviamente). I soggetti sono quasi banali: strade e vicoli dove passo di solito, gli oggetti del quotidiano, la mia casa, il mio lavoro, le persone che mi sono vicino, le cose che faccio.

Come l’Amnesia è il fenomeno per cui si perde la memoria, così l’Anamnesia è il processo con cui la si ricostruisce.
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